Mi racconta che non si fida più dei medici da quando il suo curante storico è mancato.
“Lei mi sembra gentile,” dice, “ma non mi fido lo stesso. Mi scusi. È più forte di me.”
Gli sorrido. Gli dico:
“Non si preoccupi, anche a me capita con i venditori di materassi nei centri commerciali.”
Sorride pure lui. Primo sorriso in tutto il consulto.
Poi, quando penso che sia finita, si ferma un attimo. Si toglie gli occhiali, li pulisce con calma e dice:
“Vede dottoressa… da quando è morta mia moglie, l’anno scorso, è come se il mio corpo cercasse un modo per dire che qualcosa non va. Ma gli esami sono sempre normali. Allora continuo a cercare. Perché se trovassi almeno una malattia, avrei un motivo per sentirmi così.”
Boom. Colpo allo stomaco.
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