E lo fa. A me, a due ragazze che stanno in cassa, a un altro ragazzo che fa il magazzino, e anche a sua nipote che è arrivata da poco dalla Cina e sta imparando l’italiano proprio parlando coi clienti.
Cioè, alla fine è come una famiglia. Ma una che funziona, senza drammi.
E allora oggi ho pensato che la battuta di quel signore, che magari voleva essere un po’ velenosa, alla fine è diventata un complimento. Perché sì, magari suo figlio un giorno ci lavora davvero. Ma non come punizione. Magari perché qui si sta bene, si lavora seriamente, e si impara qualcosa che fuori non insegnano più: rispetto, orario, pazienza, soldi guadagnati col sudore.
Io, sinceramente, qui ho imparato più che in certi corsi da mille euro.
E quando torni a casa col mal di schiena ma anche con la sensazione di non aver perso tempo, non è poco.
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