Alla fine lo lasciamo, lo trattiamo come si deve, lo stendiamo col rispetto che si deve a un maglione con alle spalle una guerra. Lo piego, glielo consegno. Lei lo tocca, lo annusa, fa un mezzo cenno con la testa. Poi:

“Va bene. Non perfetto. Ma va bene.”

Mentre se ne va aggiunge:
“Ah, domani porto la trapunta. Ma voglio che mi dica subito se si rovinerà. Che io lo vedo in faccia chi è bravo.”

Mi trattengo dal dirle che se fossi così brava da leggere il futuro… giocherei al Superenalotto.