mi chiamo Francesco T., lavoro come commercialista in provincia e non sono solito scrivere a pagine come la vostra, ma oggi mi è tornata in mente una storia che credo valga la pena condividere. È successa qualche mese fa a mio cugino Silvano, che fa il notaio in un piccolo paese del Sud.

Un giorno si presenta da lui una ragazza sulla trentina per l’apertura del testamento della nonna. Non era accompagnata da nessun parente. Solo lei, con uno zaino e un’espressione che mio cugino ha definito “stanca ma dignitosa”.

Il testamento era molto semplice: una casa modesta, una piccola somma di denaro e una collana d’oro. Tutto lasciato esclusivamente a lei. Nessuna menzione ad altri membri della famiglia.

Quando mio cugino le ha chiesto se ci fossero fratelli o zii da avvisare, lei ha spiegato che erano anni che non le parlavano. Una vecchia lite di famiglia, legata a un’eredità precedente.