Pizzeria d’asporto, sabato sera.
La porta a vetri si apre e chiude in continuazione, un via vai di persone con sacchetti profumati di pizza fumante.
Cliente 1:
«Oggi niente mare?»
Io sorrido, mentre cerco di non bruciarmi con la pala.
«Sì sì, facciamo queste tre pizze e poi andiamo.»
Ride, prende le pizze e se ne va, lasciandomi la sensazione che, nella gerarchia della vita, mare > pizza.
Nemmeno il tempo di pulire il banco che arriva Cliente 2, energica, aria di chi sta già pensando al programma del giorno dopo.
Cliente 2:
«Domani siete aperti?»
«Sì, certo, signora.»
Prende le sue pizze, si avvia verso l’uscita, ma proprio sulla porta si gira, con quell’aria da maestra elementare che sta impartendo la lezione della vita.
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