Ho lavorato per un periodo come stagista in una gioielleria.
Un bel giorno, comincia tutto con la classica calma del primo mattino: il capo che mi rompe le scatole per tre secondi di ritardo, il centro commerciale che inizia a riempirsi di gente e io che ho appena finito di sistemare l’ultima vetrina.
Arriva lei, la classica signora in pelliccia con borsetta lucida e cagnolino/ratto al seguito.
“Buongiorno, benvenuta da xxxx”.
Si aggira tra le varie vetrine con il naso arricciato, come se avesse pestato un ricordino del ratto.
“Posso essere utile?”
“Vorrei un consiglio, se è possibile. Devo partecipare a una cena importante e vorrei qualcosa da abbinarci…”
Inizio a spulciare l’intero negozio in attesa di trovare il regalo giusto, con la signora che giudica tutto: “No, questo è troppo grande” oppure “Questo è orribile” o “Troppo luminoso…”

Passa qualche minuto e mi chiede informazioni su una collana. Le riporto il prezzo (sopra i 1.000 euro), ma lei non è ancora convinta. Risistemo la collana al suo posto e chiudo la vetrinetta.
“Guardi, a me dispiace non aver trovato quello che cerca, ma eventualmente può tornare”.
“Facciamo così, cara: e se noleggiassi i gioielli per un po’? Il tempo di andare a casa e vedere che effetto fanno sul vestito”.

Ma sicuro! E io che volevo venderli in cambio di denaro, che stupida!