Privacy a teatro
Lavoro in una biglietteria teatrale.
Non solo vendiamo biglietti delle nostre stagioni locali, ma anche per mille altri eventi che ci passano per il circuito.
È piena estate: caldo insopportabile, gente che entra ed esce di continuo, io con la pazienza che ormai la trovo solo nei ricordi di gennaio.
Arriva lei.
Signorotta, ben vestita, atteggiamento da “io la cultura me la bevo a colazione”.
Sguardo altezzoso, tono da enciclopedia vivente: lei sa cosa, dove, quando… e soprattutto come.
Dopo una trattativa di quelle infinite (perché il posto non va mai bene al primo colpo: troppo laterale, troppo centrale, troppo lontano, troppo vicino…), finalmente sceglie la poltrona.
Le chiedo il nome e il cognome per completare l’anagrafica.
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