Settimana scorsa entra una signora. Elegante, molto curata, con l’aria di una che si aspetta che tu capisca tutto prima ancora che apra bocca.

Mi porge un vestito e mi fa, senza nemmeno salutare:
«Vorrei che me lo stringesse, ma non troppo. Deve starmi comodo, però anche segnare un po’. Ma non troppo segnato, sa?»

Annuisco.
Non ho capito nulla, ma annuisco.
Ormai conosco il codice: quando dicono “comodo ma segnato” intendono “magico ma invisibile”.

Lo provo su di lei, pinzo dove serve, prendo le misure, segno tutto.
«Quando le serve?»

«Eh… oggi è martedì. Domani se riesce, sarebbe l’ideale. Che giovedì ho un evento, ma mercoledì pomeriggio ho la messa. Però se proprio non ce la fa, anche venerdì mattina. Però solo se riesce eh, non voglio disturbarla.»

Chiaro.
Vuole tutto e subito, ma con gentilezza.

Glielo faccio per giovedì. Consegnato, provato, perfetto.
Il giorno dopo… torna.

Stesso vestito. Stessa faccia.
Ma adesso è seccata.