Il sommelier.

Lavoro in un bar da 3 anni, non ho seguito nessun corso di formazione. Tutto ciò che so e che ho imparato lo devo al mio capo ed ai libri che mi ha prestato per studiare: nella vita io studio per fare tutt’altro, ma mi piace essere formata e saper consigliare al meglio i clienti.

Il mio capo punta molto sulla conoscenza ESATTA dei drink, delle birre e del vino che sono il nostro punto di forza.
Questo cliente si accomoda con un paio di amici. Gli amici ordinano delle birre ed è il turno del fantastico “sommelier”.

“Prego, a lei cosa posso portare?”
“Allora, guarda, io sono un sommelier. Mi porti uno spritz veneziano, sempre se ne siete capaci.”
“Faremo del nostro meglio.”

Bene, lo spritz Veneziano prevede del vino bianco, al posto del solito prosecco, poi bitter e bla bla.
Servo la comanda ai clienti e dopo due minuti mi chiama lui.
“Senti ma come hai fatto questo spritz? Non si può bere. Ma sai come si fa e quali dosi devi utilizzare?”
Io, stizzita dai modi alquanto antipatici del soggetto, inizio a sciorinare la “formula” di questo spritz indicando le once esatte dei prodotti da utilizzare. Arrivata al vino, lui mi ferma e:
“Ecco, hai sbagliato. Ci vuole il prosecco, non il vino. Lo sapevo che non avrei dovuto venire in questo bar.”

Mi ritiro all’interno del mio antro e cerco i libri sui quali ho studiato, trovo la formula dello “spritz veneziano” e porto il tutto al tavolo del ” sommelier”.
Beh, gli amici lo hanno preso in giro per tutta la serata.