**PARTE PRIMA – “Il distributore aperto è come sangue nell’acqua per gli squali”**
Arrivo sul posto, apro il vano del distributore e mi metto a fare la solita manutenzione. Classico intervento: sostituire capsule, pulizia, reset. Mentre sto lì con le mani dentro, arriva il primo.
“Quanto ci vuole?”
“Una decina di minuti.”
“Ok, allora torno dopo.”
Neanche il tempo di riabbassare la testa che, dopo **30 secondi netti**, sento una spinta sul fianco. Penso: *sto cadendo*. Mi giro, un tipo mezzo incastrato tra me e il distributore, col dito già puntato sul tasto 32.
“Scusi, ma che ca\*\*o fa?”
“A me piace il caffè al ginseng, voglio il caffè al ginseng!”
“Ma è spento! È aperto! Potrebbe esplodere tutto!”
“Ma se è aperto posso prenderlo più in fretta, no?”
Mi ha detto *più in fretta*. Come se fossi un tornello, non un essere umano con un cacciavite in mano e la pazienza ormai prosciugata.
L’ho dovuto spingere gentilmente indietro con la scusa che se pigia un tasto mentre ci sto lavorando, rischio di bruciargli la retina e io la giornata.
—
**PARTE SECONDA – “La tragedia dell’acqua frizzante”**
Non faccio in tempo a rimettere a posto il pannello, che parte il secondo round.
Arriva un gruppo di tre impiegati, carichi come se stessero andando a una manifestazione per i diritti dell’idratazione.
“ERA ORA! La aspettiamo da ieri pomeriggio!”
“Guardi che vengo ogni 48 ore, è il turno regolare.”
“TUTTO VUOTO!”
Commenti recenti