Una tizia fa la spesa e si avvicina alla cassa per pagare con la carta.
Digito l’importo sul POS, lei mette la carta e inserisce il PIN:
PIN errato. Le mostro il foglietto con la scritta “transazione rifiutata.”
“Eh, questi tasti sono troppo piccoli, riprovo.”
Inserisco l’importo, digita il codice, PIN errato.
“Ma non è possibile! Il codice è quello.”
Tira fuori il cel, va sul saldo del suo conto e me lo mostra.
“Vedi i soldi ci sono, è sicuramente il POS. Ora che faccio? Non ho contanti…mi tocca lasciare tutto qui, ho solo sprecato tempo così.”
“Signora, non so che dirle, il POS dice che il PIN è errato. Sicuramente non è un problema di connessione, non è colpa del POS.”
“Ma il PIN è quello: ne sono sicura. Vabbè, riprovo.”
Inserisco l’importo, digita il codice pigiando scocciata i numerini uno ad uno con fare teatrale: PIN errato.
“No eh! È il POS, guarda: il codice ce l’ho salvato qui ed è quello. Riavvia il POS perché sicuramente è lui che non funziona.”
La accontento, riavvio il POS.
“Io il POS l’ho riavviato, ma lei è sicura che il PIN che digita sia di quella carta e non di un’altra carta?”
“Ma certo!”
Poi sgrana gli occhi, prende in mano il cel, cerca frettolosamente qualcosa e dice
“Ah, no… è questo il codice. Eh, è che sono uscita ora da lavoro… non ci capisco più nulla.”
Inserisco l’importo, le passo il POS e mentre digita il PIN dice:
“Povera macchinetta, scusami, non ti volevo offendere, funzioni benissimo. Scusa piccolina, scusa.” Tutto questo ALLA MACCHINETTA.
Perché il POS ha dei sentimenti poveretto, mica come quella str*nza alla cassa!
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