Io lo fisso. Cerco di capire se sta scherzando, se è una battuta. Ma no, è serio. Non solo serio, pure un po’ infastidito dalla mia faccia perplessa.
— Ma guardi che è la stessa cosa, eh! Cioè, il documento è quello. Mica cambia.
Io respiro, con calma.
— No, veramente non si possono tagliare i documenti. Cioè, non è un volantino o un biglietto del cinema. È una carta d’identità, ha una funzione legale, ci sono codici, misure, dettagli che servono esattamente così come sono.
— Sì, ma tanto a me serve solo per mostrarla, no? Che cambia se manca un pezzetto?

A quel punto, ormai rassegnata, gli chiedo se per caso ha un altro documento valido. E per fortuna sì: tira fuori la patente. Quella, miracolosamente, è intera.
— Ah, questa mi entra precisa — mi dice, quasi con orgoglio.

Faccio la fotocopia e chiudo la pratica senza commentare oltre. Ma dentro di me, ancora ora, mi chiedo quanti altri documenti ha ritagliato per farli entrare nel portafoglio. E soprattutto, come è possibile che non gli sembri strano.