Lavoro in stazione, sportello informazioni.
Che poi, “informazioni” è un concetto vago. Per molti vuol dire: “qualsiasi cosa non sappia, la chiedo a te, anche se non c’entra niente con i treni.”
Un giorno si presenta un signore, sui settanta, occhiali da sole anche al chiuso, borsello a tracolla, passo deciso. Si mette in fila e aspetta il suo turno scuotendo la testa. Arriva allo sportello, appoggia entrambe le mani sul bancone come un investigatore pronto all’interrogatorio e mi fa:
«Mi scusi, ma il treno per Torino… esiste?»
Pausa.
Lo guardo. Lui è serio.
Cerco di restare composta.
«Sì, certo, ci sono diversi treni al giorno per Torino. A che ora le serviva?»
Lui si avvicina, abbassa un po’ la voce, cospiratorio:
«No, dico… esiste davvero? Perché io l’ho prenotato online, ma non mi fido. Perché non c’è scritto da nessuna parte che parte. Solo l’orario. Ma il binario? Niente. Il treno? Invisibile. Come faccio a sapere se c’è?»
Mi contengo.
Sorrido.
«Signore, il binario lo mettiamo circa 10-15 minuti prima della partenza. È normale. Ma il treno… esiste, glielo assicuro.»
Non si arrende.
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