Lavoro in un supermercato abbastanza fornito, specialmente sulla parte enoteca. Abbiamo bottiglie da 3 euro e bottiglie da 35, 40, anche 90 euro. E ogni tanto, come oggi, anche dei clienti da premio Oscar.

Stamattina verso le 10:30 arriva un tipo sulla sessantina, ben vestito ma con quell’eleganza da fiction Rai: mocassino lucido, foulard al collo e sorrisetto da “so già come andrà a finire”. In mano ha tre bottiglie di vino. Non vino da tavola: tre rossi da cantina seria, valore complessivo circa 70 euro. E fin qui, tutto ok.

Arriva alla mia cassa, le appoggia con fare solenne, si infila una mano nella tasca del giubbotto e tira fuori… tre tappi di sughero. Sì. Solo i tappi. E con tono educato ma deciso, dice:

“Buongiorno. Prendo queste tre bottiglie e le lascio questi tre tappi di sughero. Saluti.”

Pausa.

Lo guardo. Lui mi guarda. Io guardo i tappi. I tappi guardano me.