Giornata tranquilla, clima mite, musica in sottofondo, due clienti in camerino e io che piego magliette al rallentatore sperando che il tempo passi in fretta.
Entra lei. Sui 50, forse 55 anni, camminata rapida, borsa stretta sotto il braccio, sguardo che fruga nel negozio prima ancora di salutare.
Mi avvicino con un sorriso professionale.
— Buongiorno signora, la posso aiutare?
Senza nemmeno guardarmi negli occhi, risponde:
— Sì guardi, questo è il sesto negozio in cui entro oggi. Cerco un vestito elegante ma non troppo elegante, giovanile ma che non sembri che ci provo, morbido ma non largo, con un colore acceso ma non pacchiano… insomma, ha capito?
Respiro piano.
— Credo di sì, signora. Ora le faccio vedere cosa abbiamo in casa.
Lei si avvicina un po’, mi squadra con una mezza smorfia.
— La avverto: se non è come dico io, mi innervosisco. E faccio la matta, eh! Peggio di una bambina coi capricci!
Collega che finge di stirare una camicia. Io che annuisco cercando di non ridere.
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