E lì, senza esitazione, con una voce un pelo più alta del normale — giusto per far arrivare bene il messaggio alle mie due commentatrici da retrobottega:
“SAMANTHA.”
Silenzio.
Mi giro di lato e vedo le due signore pietrificate, facce da cartone animato: occhi sgranati, bocca semiaperta. Una tossisce, l’altra abbassa lo sguardo nel cestino delle offerte come se stesse leggendo un’enciclopedia.
Io firmo, ringrazio, e me ne vado.
Con la stessa soddisfazione di chi ha appena vinto la finale di Wimbledon senza nemmeno sudare.
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