Lei si mette a ridere, forte.
“Hai ragione amore, sembra proprio uno scarabocchio. Ma magari costa pure milioni, eh?”
Nel frattempo il padre inquadra il QR code vicino al cartellino e, giuro, se ne esce con:
“Ah, meno male, pensavo fosse un codice a barre per restituirla.”
A quel punto mi avvicino, con il sorriso da “sono abituata”, e provo a spiegare: la linea come simbolo di separazione e insieme di passaggio, lo spazio negativo, l’intenzione del gesto… Tutto il discorso che faccio anche alle scolaresche.
Il padre ascolta, la madre cerca di non ridere, il bambino nel frattempo si è seduto per terra con un foglio e una matita (che si portava dietro nello zainetto). Dopo tre minuti mi fa vedere il suo disegno: una pizza con gli occhi, le braccia e la scritta “CIAO IO VOLA”.
Lo ringrazio, gli dico che è bellissima, lui fa spallucce e dice:
“Quella almeno è una cosa vera.”
Fanno ancora un giro, poi vanno via. Fine? No.
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