«Buongiorno, devo prendere due pacchetti di sigarette… posso pagare con bancomat, sì?»
Il tono era quello di chi entra in chiesa e chiede l’acqua santa.

«Certo, che sigarette?»
«Queste.»
«Ok, sono dodici euro.»

Lui gonfia il petto: «Bancomat, eh!»
«Sì, prego, appoggi sul POS.»

Appoggia la carta con un colpo talmente rapido che il terminale dev’essersi sentito sfiorato da una particella subatomica. Io non so se abbia davvero percepito il contatto o se abbia solo avuto un’allucinazione collettiva insieme a me.

«Seleziono circuito PagoBancomat, prego, appoggi di nuovo.»
E di nuovo: ZAC. Un gesto talmente veloce che sembrava stesse lanciando una shuriken.
Il POS, eroico, emette il classico “bip” come se dicesse: ok, ho capito lo stesso, ma smettila di trattarmi come un radar militare.