Non vi dico le urla, i pianti, i salti di dolore.
La madre mi ha lanciato uno sguardo che urlava vendetta, pronta a riversarmi addosso una lamentela: “oggetti pericolosi”, “mancata sicurezza”, “mio figlio ferito per colpa vostra”.

Ma non le ho dato il tempo di aprire bocca. Dal bancone, con voce calma ma ferma, ho detto:
“L’avevo avvertita che sarebbe potuto succedere. Vuole del ghiaccio?”

Lei mi ha fulminato con gli occhi, ha stretto il braccio del ragazzino e lo ha trascinato via, zittita prima ancora di iniziare lo show.

Io?
Mi sono goduta ogni singola lacrima di quel piccolo mostriciattolo. Perché a volte la giustizia non arriva con una toga, ma con un gancio di metallo che vola dritto sulla mano sbagliata.