Pet shop, qualche anno fa.
All’epoca avevamo anche animali.
Stavo caricando la merce sugli scaffali, e vedo un signore che osserva i topini bianchi.
Gli do il buongiorno, come faccio con tutti i clienti. Nessuna risposta; a malapena sembra accorgersi di me.

Più tardi la collega in cassa: “Ti vuoi fare una risata? Il signore di stamattina si è lamentato del fatto che lo hai salutato, perché lo hai distratto dal contemplare i topi. Ha detto che sei un maleducato e non è ammissibile che ti permettano di lavorare con la barba”.
Che tristezza certa gente.


Mi chiama una giornalista inglese residente in Italia. Lei vive a Firenze e io sono in piena zona rossa. Mi chiede se sono disposta a farmi intervistare da una emittente televisiva britannica e accetto.
Alle 20.00 facciamo un’intervista in videochiamata. Parliamo dell’isolamento dai famigliari, delle misure di sicurezza, della situazione economica e lavorativa…


Ad un certo punto l’intervistatrice mi chiede: “Le dispiace se le domando che lavoro fa?”
Rispondo senza problemi: “Lavoro in un negozio per adulti, quello che comunemente si chiama Sex Shop…”.
È calato un gelo di imbarazzo.
“Ah…questo non me l’aspettavo!”.

Come spiazzare un giornalista televisivo: fatto!