Ristorante.
Pranzo di compleanno di 50 anni con un numero di invitati che si avvicina a quello di un matrimonio medio.
A fine pasto facciamo il classico giro dei tavoli per offrire agli ospiti amari e digestivi di vario genere; dopo pochi minuti un gruppo di invitati si alza da tavola e si avvicina al bancone del bar. Tra di loro c’è una signora sulla cinquantina, che, con fare da donna di mondo, mi chiede un ginseng.
Non abbiamo il ginseng, signora, mi dispiace. le rispondo.
Ma come?! Lo avete appena portato al tavolo a mio marito! Io cerco di fare uno sforzo di memoria ma nulla.
Lei inizia a infervorarsi e insiste sul fatto che non è vero che non ce l’abbiamo, perché lei l’ha visto e io mi sto solo rifiutando di darglielo.
(Perché ovviamente è la prima regola del marketing: “Ce l’ho, ma non te lo vendo perché i soldi mi fanno schifo!”)
Io insisto che non l’abbiamo e non l’abbiamo mai avuto.
Lei si agita sempre di più.
Io inizio a dubitare di me stesso: forse ce l’abbiamo sul serio il ginseng e io non lo so.
Dopo un paio di minuti di impasse, grazie all’intervento del suddetto marito, giunto nel frattempo, riesco a capire che in realtà la signora voleva UNA GENZIANA.