Domenica mattina.
Lavoro nel reparto vernici di una catena di bricolage.
Abbiamo due tintometri, ovvero due macchine che, inserendo il codice colore al pc, dosano le tinte per preparare le latte.
Si avvicina sorridente e serafico un signore con una bombola fra le mani, del tipo soda stream ma più grande, e, senza buongiorno né buonasera, mi rende protagonista della conversazione più surreale mai avuta.

Me la devi pesare.
…In che senso, scusi?
Eh che senso, che me la devi pesare!
E come gliela peso, scusi?
Con la bilancia che avete voi!
Ma io non ho nessuna bilancia.
Ma come non avete la bilancia?
Eh no, non vedo perché dovremmo averla.
E scusa, quando prepari le vernici non le metti sulla bilancia?
Dice dicando il tintometro con il mento.
Ma quella non è una bilancia e comunque le vernici si misurano in litri non in chili.
Ah, non è una bilancia?
Dice con faccia perplessa ma sempre sorridente.
No, non è una bilancia, è la macchina che prepara i colori.
E quindi non me lo puoi pesare?
Eh no…
Vabbè.

Sempre sorridendo, gira i tacchi e se ne va senza salutare, com’era arrivato.
Sono rimasta fra lo scioccato e l’inebetito per circa mezz’ora.