Pre-pandemia, avevamo una bacheca piena di giochi da tavolo: bastava lasciare un documento e noi dipendenti facevamo scegliere il gioco. Toccava a noi, perché diversi clienti avevano preso documenti altrui invece dei propri.
Nel fine settimana non venivano dati prima di mezzanotte visto l’afflusso di gente, c’era persino una luce verde/rossa che indicava la possibilità di prenderli.

Ebbene, come se non bastasse la gente che si lamentava perché a mezzanotte e un minuto non avevamo aperto la bacheca, una domenica si presenta lui: il classico cliente cafone che pensa di poter fare il proprio comodo.

Circa alle 23, tornando verso il bancone, lo vedo davanti alla bacheca mentre sta provando a forzare la serratura. Non guardava, stava proprio cercando di spaccare il lucchetto.
Al che lo richiamiamo, facendogli notare che in caso di danni avrebbe ripagato tutto e che comunque non erano ancora le 24.
Lui se ne esce con: “Ma ieri l’altro tuo collega mi ha aperto la bacheca in anticipo.”

Ci guardiamo, siamo in 4: io, l’altro cameriere e i due titolari.
Facciamo presente al signore che a lavorare lì siamo solo noi e di dirci quindi chi sarebbe il fantomatico collega.
“Eh boh, un altro collega che stava qua ieri.”
I titolari si guardano, poi con un sorriso a palese presa in giro rispondono: “Quindi lei sta cercando di dirmi che abbiamo un altro dipendente che lavora qua, non assunto da noi, che nessuno di noi ha mai visto, ma che le ha aperto la bacheca per cui servono delle chiavi che ha solo il personale?”
Ha lasciato la birra sul bancone ed è andato verso l’uscita.