Forno.
Ci sono alcuni vassoi sul bancone con esposte pizzette rosse e alle olive.
Ovviamente sono coperte dal cellophane con tanto di cartello “Non toccare”.

Entra un ragazzotto sui trenta, dice di essere il marito di XXX “quella vostra cliente che tutti i giorni qua spende un sacco di soldi”.
Premetto che la signora è una maestra che ogni mattina compra due o tre delle pizzette esposte e, con aria di supponenza, ci esorta sempre a fare presto perché ha fretta.
Sorrido e gli chiedo di cosa ha bisogno e mi accorgo che, mentre mi chiede il pane e la pizza al taglio, alza il cellophane dai vassoi e… inizia a fare colazione!
Una, due, tre finché con garbo gli dico che se vuole quelle pizzette gliele posso prendere io perché, come c’è scritto, non si possono toccare.
“Eh, gnam… gnam… ma sono infermiere, ho il libretto sanitario! E poi se le mettete qua è come se offriste un rinfresco, si possono prendere benissimamente!”
“Non è esattamente così” Continuo a sorridere ma gli tirerei in testa, a mo’ di frisbee, il vassoio da 1 kg che gli sto preparando “sono esposte, ma chi le vuole deve comunque chiedere a noi…”

“Io comunque sono il marito di XXX, siamo clienti, ogni giorno qua vi lasciamo un sacco di soldi!”
Respiro profondamente, se non avessi la cuffietta si vedrebbe il fumo che mi esce dalle orecchie.
“I clienti per noi sono tutti uguali, sia che spendano un euro sia che ci lascino un sacco di soldi! E in ogni caso i prodotti alimentari possono essere toccati solo da noi che, come vede, abbiamo pinze apposite e guanti.”
Rispondo cercando di mantenere la calma anche se è difficile.

Lui, che nel frattempo è arrivato alla settima pizzetta, perde la pazienza:
“Senti bella! Io sono cliente! Dimmi quanto ti devo dare e tanti saluti!”
“Sono 5 euro!”
“Ma come 5 euro!!! Mia moglie che è cliente il pane da voi lo paga un euro e mezzo!”
“Ci sono le pizzette.”
“Ah, perché me le hai messe in conto?”
A quel punto non ce l’ho fatta più e da romana doc:
“Ma perché te credevi che te ‘e regalavo? Te ne sei spazzolate sette!”

È uscito imprecando, dicendo che da noi non avrebbe messo più piede e mi ha pure detto: “A te ti manca un uomo, bella!”
Il giorno dopo la moglie è venuta con la coda tra le gambe e si è scusata.
Sempre mentre era di fretta, ma almeno lo ha fatto.