Gamestop.
Periodo di feste, a ridosso di Natale. Lascio, quindi, immaginare la calca e l’atmosfera generale che aleggia nel negozio.
Cliente di mezza età, con l’aria di chi non ha tempo da perdere, mi porta in cassa un gioco: “Me lo incarti? È un regalo per mio figlio.”
Guardi, non sono attrezzato per fare pacchetti, ma, se vuole, ho a disposizione dei sacchetti di misura perfetta.
Appreso che il sacchetto regalo avrebbe, naturalmente, un costo, il galantuomo inveisce coloritamente e declina la mia offerta.
E fin lì, maleducazione a parte, nulla da dire. Certo, il gioco costa 10€ a farla grande (12€ sacchetto compreso), ma è il pensiero che conta.
Al momento di pagare, però, noto come il gioco in questione richiede necessariamente un abbonamento online, non disponendo di alcuna modalità offline.
Sottolineo ancora una volta la parola ABBONAMENTO, ci servirà per il seguito del racconto.
Faccio notare la cosa al genitore, che mi liquida con un: “Sì sì, abbiamo internet. Vai tranquillo che ci pensa mio figlio.”
Non contento, e memore di esperienze passate, reitero il concetto: “Ne è sicuro? Senza ABBONAMENTO non sarà in grado di giocare. Se preferisce posso consigliarle qualcosa di simile, per evitare inconvenienti.”
La mia disponibilità non viene accolta e il grand’uomo se ne va, baldanzoso.
Spostiamoci avanti di un paio di settimane, appena dopo la riapertura di gennaio.
Orario di chiusura, lo vedo entrare con passo pesante e sguardo assassino. Al fianco, una donna minuta e spaurita, che identifico, correttamente, come sua moglie.
Arrivato al bancone, mentre io e qualche collega stiamo parlando, sbatte il gioco sul bancone e inizia a tuonare: “IL GIOCO NON FUNZIONA! MI AVETE FATTO FARE UNA FIGURA DI M* CON MIO FIGLIO, GLI AVETE ROVINATO IL NATALE!” Evito di discorrere con lui circa la scarsa solidità di certe sue affermazioni. Immaginando già dove andremo a parare, gli chiedo quale sia il problema. Il gioco non funziona! Ho messo internet e tutto, ma mi chiede di pagare! Ve l’ho pagato in negozio, che c* devo pagare ancora?!
Con il candore di un bimbo (e non senza una certa dose di divertimento, che mi premuro di non lasciar trapelare), gli spiego che sì, il gioco senza ABBONAMENTO non funziona. Gli indico inoltre, per la seconda volta, un bollino di generose dimensioni sul dorso del gioco in questione, che recita: ‘Necessario abbonamento, da acquistare separatamente’.
Il nostro eroe, non contento e con sul volto una gradazione di rosso sempre più accesa, continua ad inveire contro di noi.
Infine, per chiudere la questione con uno slancio di classe, sentenzia: “Posso spaccartelo in faccia? Ti avviso che sto registrando tutto, se ti chiedo il permesso non è reato. Mi avete truffato (ecc, ecc…).”
Dopo aver sbatacchiato il gioco incriminato su quasi ogni parete del negozio, se ne va, bestemmiando, con la stessa calma di quand’era arrivato.
Resta la moglie, che guardiamo tra lo sconcertato e il divertito. Lei alza le spalle, dà uno sguardo trasognato e se ne va.
Che questo serva da lezione a chiunque lavori in negozio sotto feste.
Mai rovinare il Natale alle persone.
Specie se si tratta di un gioco da 10€.
12, col sacchetto.