Lavoravo in un negozio di musica, con mio padre. Ad un certo punto entra una persona che cerca disperatamente una canzone. Mio padre, che solitamente non ha interesse a star dietro a queste cose, si appassiona al caso, perciò lo ascolta e cerca di aiutarlo. Il ‘cliente’ comincia a canticchiare la canzone, asserendo che la melodia fosse elettronica ed esclamando in dialetto che fosse tipo musica di ‘Star Trek’, il che manda in confusione tutti, mio padre compreso. Questa ricerca spasmodica del brano continua fino a che, dopo un’ora, per puro caso, riusciamo a trovare il brano, intitolato ‘I’m yours’ di Jason Mraz. Inutile dire che non si tratta né di una canzone elettronica, né tantomeno assimilabile a qualcosa di inerente a Star trek. Non è finita qui: mentre mio padre, felice di aver trovato il tanto agognato brano, si presta a cercare un CD o una compilation che lo contenga, il tipo lo ferma, pronunciando esattamente queste parole:
“No grazie, non cerco il suo cd, né tantomeno una compilation, mi puoi dare solo il titolo così me lo scarico?” In quell’istante, ho individuato l’esatto momento in cui il cuore di mio padre si è spezzato, invitando il personaggio ad abbandonare il negozio, in una maniera fin troppo gentile.
Il soggetto, non contento, insiste in questa maniera:
“Non si arrabbi, per il disturbo la pagherei comunque 1 euro.”
Inutile dire che mio padre lo ha accompagnato alla porta.