Negozio di abbigliamento.
Alla cassa si avvicina una famiglia. Mi lasciano un giubbotto, un pantalone, una felpa, una maglia e delle calze.
Passo tutto alla cassa e imbusto.
“Sono 60 euro e 5 centesimi.”
La madre mi guarda stupita.
“Quanto?”.
“60 euro e 5 centesimi, signora. Può vedere anche dallo schermo.”
Continua a guardarmi perplessa. Comincio quindi a elencare i prodotti e il loro prezzo, togliendoli anche dalla busta e facendoglieli vedere.
“30 euro il giubbotto, 12 euro il pantalone, 10 euro la felpa, 3 euro la maglia e 5 euro le calze. Più 5 centesimi la busta. 60 euro e 5 centesimi in totale.”.
L’ho ripetuto due volte, facendo anche le addizioni intermedie.
“Bah davvero non capisco come siamo arrivati a 60 euro, secondo me c’è un errore.”
Senza malizia, propongo: “Vuole fare il calcolo con la calcolatrice?”
Mi guarda come se l’avessi appena insultata.
Alla fine pagano e li vedo allontanarsi borbottando con lo scontrino in mano, mentre controllano per la quarta volta i prezzi.
Per me è arrivato il momento di prendere un appuntamento da uno psichiatra.
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