Come mi sento quando devo andare a lavoro? Male.
Cosa provo? Rabbia, ansia, dolore, tristezza, un senso di ingiustizia. Faccio fatica tutti i santi giorni ad alzarmi, a prepararmi, a recarmi lì, a guardare tutta la fila di persone mentre arrivo all’entrata e magari riconosco anche il volto del tizio che è venuto ieri a comprare tre cose e oggi è di nuovo in fila.
Faccio fatica a restare lucida, a non perdere la pazienza con la persona che è alla porta che gestisce le entrate, siccome ogni 5/7 minuti mi ritrovo in mezzo a troppe persone, persone che non rispettano il metro di distanza e quindi me, il mio lavoro e la mia famiglia.


Mi sento senza forze quando ho finito il mio turno, ma c’è una consegna da fare qui vicino ad una vecchietta che ne ha bisogno e allora aiuto la mia collega con le buste e poi vado via. Abbiamo deciso di fare le consegne a 500 mt dal punto vendita agli over 65 che non hanno nessuno per aiutarli. E poi davanti alla porta non trovi la vecchietta ma la badante e ti arrabbi.Ti arrabbi perché ha tolto un servizio che avrebbe potuto usare qualcun altro, qualcuno che aveva davvero bisogno di noi. E allora pensi che è proprio così che funziona, che ognuno pensa a sé.


Mi sento abbattuta quando sono ormai le 18:55 e arriva l’ultima cliente, che non è mai l’ultima che deve comprare solo l’insalata al volo e poi la devi richiamare tra le corsie per farla recare alla cassa e nel frattempo ha riempito il carrello…


Non c’è rispetto. Per nessuno.
Neanche per i medici che fanno tutto quello che è nelle loro forze e non.
Forse lo capiranno quando il covid19 si avvicinerà un po’ di più a loro.