Lavoro in un negozio di scarpe, e ormai ho capito che qui dentro succede di tutto. Ogni giorno è un mix tra sitcom, quiz show e escape room. Ma stamattina abbiamo veramente toccato picchi di surrealismo.

Sono le 9:00 e qualche secondo. Neanche il tempo di accendere del tutto le luci che già entrano a raffica due clienti: una signora con l’aria decisa e una coppia sulla sessantina, entrambi con passo rapido e sguardo da missione. Manco aprissimo per svendita finale con il 90%.

Io mi butto sulla signora, che già mi chiede se abbiamo “quelle scarpe basse ma alte con la zeppa però non troppo, tipo da passeggiare a lungo ma che non si veda che passeggi”.
Ok. Perfetto. Chiaro come il sole.

Nel frattempo, vedo che la mia collega si avvicina alla coppia. Li vedo parlare, lei che annuisce, poi si ferma. Fa una faccia… una di quelle che vedi solo quando qualcuno ti chiede se vendete scarponi da montagna… ma aperti tipo sandalo.

Dopo cinque minuti la collega viene in cassa, con lo sguardo perso nel vuoto.
Mi hanno chiesto… le scarpe della marca che si chiama come il cognome di una presentatrice di Rai3.

Io e la cassiera ci blocchiamo.
…Come scusa?

Sì. Hanno detto: “Quelle famose, sì, il marchio è il cognome di quella che sta sempre accanto a Fabio Fazio… bionda… carina… svedese…”

Ci guardiamo. Tre cervelli, zero idee.
La cassiera tenta:
Ma… la Incontrada?
No, quella non è svedese…
La Cuccarini?
Ma quella non è Rai3!
La Isoardi?
Ma quella è un’altra cosa ancora…

Nel frattempo i clienti stanno ancora girando per il negozio, fissando gli scaffali come se stessero aspettando che una scarpa prendesse vita, li guardasse negli occhi e dicesse: “Eccomi, sono io, Filippa Lagerbäck!”

E dopo dieci minuti di ricerche degne di un escape room, con Google aperto, Wikipedia e discussione animata su “chi era quella bionda accanto a Fazio”, la verità esplode in tutta la sua assurdità:
Filippa Lagerbäck.

Siamo lì che ridiamo ancora, quando ci accorgiamo che i clienti cercavano in realtà… le Lumberjack.
Lumberjack, capito?
Per loro: Lagerbäck.
Certo. Uguali. Stessa pronuncia, stesse lettere, stesso continente (più o meno).

Io intanto sono ancora alle prese con la prima signora, che nel frattempo mi ha specificato che le sue scarpe “devono essere comode ma sexy, come un gelato che non si scioglie”.
Ah. Va bene. Adesso mi metto in contatto con la Ferrero.

Poi, come se non bastasse, a metà mattina entra un ragazzo giovane, cuffiette nelle orecchie. Mi fa:
Avete scarpe vegan?
Io, con il sorriso istituzionale:
Sì, certo, senza materiali di origine animale.
Lui scuote la testa:
No, intendo scarpe che non fanno ingrassare.
E io lì ho avuto la visione della mia busta paga prendere fuoco.

E mentre ancora processavo questa perla, la coppia delle Lagerbäck torna al banco e, con tono serio, ci chiede:
Ma quindi non avete il modello “Fabio Fazio” in blu scuro, numero 42?

Ecco. A quel punto ho deciso che qui dentro non si vendono scarpe: si partecipa a un quiz televisivo continuo, con enigmi a tempo e prove di sopravvivenza zen.

Morale: non so più se lavoro in un negozio di scarpe o dentro un episodio di Reazione a Catena.
E qui, per vendere un paio di sneakers, serve più che altro: prontezza, intuito e… un abbonamento a RaiPlay.