Telefono che squilla alle 14:32.
Ora delicata. È quella mezz’ora di pace tra il pranzo e la guerra della cena, dove cerchi solo di respirare, bere un caffè in piedi e smettere di odorare gamberetti.
Rispondo comunque, tono cordiale:
“Buongiorno, ristorante XXXX, come posso aiutarla?”
Voce maschile, energica ma già vagamente dispersa:
“Eh, ciao… senti… volevo prenotare per stasera. Avete posto?”
“Quanti siete?”
Lì arriva la risposta peggiore possibile in ambito ristorazione:
“Ah!!! Boh…”
Silenzio.
Io aspetto. Forse sta controllando. Forse guarda un gruppo WhatsApp. Forse legge le stelle.
Ma niente.
Solo silenzio.
Tombale.
“Signore… mi servirebbe sapere quanti siete.”
Lui riattacca con entusiasmo come se stessimo parlando di tutt’altro:
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