Bar.
Servizio serale periodo pre-covid.

Si accomoda una coppia e già qui partono i problemi:
“No, qui no c’è troppa luce. No, qui no che siamo di spalle e non vedo cosa fai all’interno…” ed altre menate simili da parte di lei.
Finalmente si accomodano e mi avvicino per prendere l’ordine.
“Buonasera ragazzi, cosa posso portarvi?”
“Un amaro, grazie.”
“Perfetto. Per lei?”
“Senti, che c’è in questo drink?”
“Xyz, signora.”
“E in quest’altro?”
“Rst.”
“E in questo?”

Ora, a parte che sul menù sono indicati gli ingredienti di tutti i drink compresa la guarnizione… Puoi chiedermi la composizione di tutto il menù quando è scritto tutto a caratteri cubitali?
Non importa, il mio lavoro prevede anche questo.

Alla fine ci accordiamo: un margarita.
Servo la comanda ed iniziano i problemi.
“Ma cosa mi hai portato? Io ho detto un amaro come il mio fidanzato!”
“Amore no, hai detto che volevi un margarita. L’hai detto prima.”
“Ma quando mai, voglio un amaro!”

Mi allontano e mentre lo preparo li sento battibeccare furiosamente perché lei sosteneva che lui avesse capito male…
Strano, due persone hanno capito la medesima cosa… due domandine vuoi fartele?!?!

Ovviamente a fine conto le ho fatto pagare anche il drink che non ha voluto e lei ha cercato di trovare il pelo nell’uovo.
Lui, mortificato, ha pagato ed è andato via.