Ore 18:40, coda lunga ma scorrevole. Alla cassa tutto procede senza intoppi finché non arriva lei: una signora sulla sessantina, curata, passo deciso, carrello pieno. Inizia a mettere la spesa sul nastro in silenzio, con quei movimenti rapidi e un po’ nervosi di chi ha fretta ma non vuole ammetterlo.

Passiamo i prodotti, tutto regolare. Totale: 84,20 euro.
Lei porge la carta con un gesto secco, come a dire “facciamo presto, eh”.

Appoggia la carta sul POS.
Silenzio.
Poi il messaggio sullo schermo: Pagamento non autorizzato.

Il cassiere, con la solita calma zen che solo chi lavora con il pubblico riesce ad allenare, le dice con gentilezza:
“Mi spiace, ma la transazione non è andata a buon fine. Il pagamento non è stato autorizzato.”

Lei alza subito la voce, come se le avessero appena detto che la sua identità è in discussione:
“NON È POSSIBILE!”