Ci siamo stretti la mano. Ha preso un caffè dalla macchinetta, poi si è seduto ad aspettare la sua Panda, accanto alla foto della donna che, in fondo, gli aveva insegnato anche a guidare senza essere mai salita sul sedile del passeggero.
E niente. Pensavo fosse venuto per una spia, e invece mi ha acceso una cosa più grande. A volte uno ti insegna come si tiene una macchina. A volte una macchina ti insegna come si tiene in piedi un ricordo.
—Gianni, meccanico. Ma certe mattine, anche un po’ essere umano.
Commenti recenti