Dopo due mesi e mezzo di lockdown la gente può finalmente uscire di casa, se si attiene alle norme di distanziamento sociale (alcune delle quali, parliamoci chiaro, andrebbero osservate anche fuori da un’eventuale epidemia!), per andare a fare la spesa, prendersi un caffé al bar e comprare i giornali.

Tutto sommato la situazione nella mia città è perfettamente gestibile, la gente si comporta bene. Quasi tutta.

Mi reco presso un’edicola a gabbiotto e trovo una coda di cinque-sei persone, abbastanza strana per un luogo in cui non si deve sostare poi tanto; leggo nelle facce di chi era presente prima di me un certo fastidio. Dopo dieci minuti comprendo: dentro l’edicola dev’esserci qualcuno che si sta attardando.

Sbircio all’interno e noto una signora, mascherina rigorosamente sotto il naso, alla quale l’edicolante sta mostrando l’intero campionario di DVD, buste sorpresa, slime e qualsiasi altra cosa possa piacere a un bambino.
“Sa, è per mio nipote, non lo vedo da tre mesi e gli voglio portare un regalino” dice la signora, e fin qui tutto bene: il problema è che sembra non piacerle nulla. I DVD non li guarda, di buste sorpresa gliene ha regalate un mare, per lo slime è troppo piccolo; non manca nemmeno il commento omofobo-gender quando l’edicolante gli propone le figurine di Frozen col pupazzetto di Olaf (“le ho detto che è un maschietto!” urla inviperita). Intanto, la coda e il disappunto dei presenti aumenta.

Dopo un tempo imprecisato finalmente ci siamo: l’edicolante le mostra un libro illustrato che sembra essere di suo gradimento.
“D’accordo, va bene questo. Me lo può incartare?”
“Signora, questo non è un negozio, non ho la carta da regalo…”
“Ma io devo fare un regalo!”
“Se vuole va al tabaccaio qui di fronte e compra la carta…” E a questo punto la signora si imbufalisce:
“E io dovrei spendere pure i soldi per la carta? Già le sto comprando questa schifezza, che costa 10 euro e non ne vale nemmeno uno! Io gliel’ho detto da subito che dovevo fare un regalo, poteva dirmelo che non fate confezioni! Se lo tenga, vado da qualche altra parte!”
E se ne va, rovesciando al suo passare una confezione di bolle di sapone.