Banco salumi, martedì mattina.
La commessa mi sta tagliando il roast beef e io aspetto con pazienza.
Ed ecco che arriva la furba della covata sgomitando, alla faccia del distanziamento sociale e degli altri due in coda. Si spalma sul vetro del bancone e schiocca le dita.
“Scusa! Scusa… EHI!”.
Già per i miei gusti si sarebbe meritata una testata in fronte, che io “EHI” a quel modo non lo dico nemmeno al mio cane, ma detesto gli schizzi di sangue sui vetri e poi avrebbe dovuto pulire la commessa.
La quale alza l’occhio dalla bilancia su cui ha poggiato il mio roast beef e senza nemmeno aver tempo di dire “Sì?” quella a bruciapelo se ne esce con: “Dove li hai i pistacchi?’”.
Lei pronta risponde: “Al reparto ortofrutta! Vicino all’ingresso!”.
Ma avremmo dovuto capirlo che non poteva finire lì… non fa in tempo a finire di impacchettarmi il roast beef che…
“Ma che ortofrutta! E poi mi ha detto la tua collega di venire qua, che li avete freschi”.
“Signora, ma a parte che i pistacchi li vendiamo a peso o confezionati e sono frutta secca, esattamente lei COSA cerca?”.
“Ma la pasta no? Mi ha detto la tua collega che li hai alla gastronomia”.
“❓❓❓”
“Ma mi va bene anche se sono da cuocere!”.
“Signora, mi perdoni… mi sfugge, ma se mi descrive quel che vuole magari ci arrivo e posso dirle se li ho oppure no…”.
“Ma possibile che non li conosca? Li fanno in Lombardia ma si trovano anche in giro… i pistacchi! Quelli della Valtellina!”.
“Pizzoccheri Signora, pizzoccheri. Li trova in testa alla corsia della pasta…”.
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