Era metà luglio, il sole picchiava, e in reception avevamo il solito via vai di famiglie, coppie e gruppi di amici. Io quel giorno ero di turno al banco informazioni, quando entra un signore sui sessant’anni, cappellino da pescatore e una mappa sgualcita in mano.
Si avvicina e mi fa, con un tono tra il serio e il disperato:
«Ragazzo, mi sa che ho perso mia moglie…»
Io cerco di capire se stia scherzando. In questi posti capita che la gente si “perda” tra spiaggia, piscina e bar, ma di solito si ritrova in dieci minuti.
Gli chiedo: “Quando l’ha vista l’ultima volta?”
E lui:
«Alle 9:30, eravamo a colazione. Io sono andato a prendere il giornale al bar, lei ha detto che voleva fare una passeggiata. Sono tornato e… sparita.»
A quel punto parte una specie di “missione di salvataggio”: io, due animatori e il bagnino iniziamo a girare per il villaggio. Passiamo dal miniclub (perché alcune signore si fermano a guardare i bambini ballare), dalla zona fitness, dal campo da bocce. Niente.
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