Giornata lunga, piena, il telefono che non smette di squillare e io che cerco di incastrare le consegne una dietro l’altra senza impazzire.
A metà pomeriggio, squilla di nuovo. Numero fisso. Rispondo.
“Buongiorno, consegna farmaci, dica pure.”
Voce femminile, giovane, molto tranquilla:
“Sì, buongiorno, volevo ordinare due farmaci da portare a mia mamma.”
“Tutto ok, dove si trova sua mamma?”
“A Lecco.”
Pausa.
Io resto zitto per un secondo, convinto di aver capito male.
“A Lecco?”
“Sì, d’estate sta lì. Sa com’è, fa più fresco.”
Cerco di spiegare:
“Signora, noi consegniamo solo su Monza e comuni limitrofi. Lecco è fuori zona, mi spiace.”
“Eh, ma perché no? Cosa le cambia andare a Lecco?”
Respiro.
Tento il tono calmo da manuale del perfetto operatore:
“Perché Monza-Lecco non è zona di consegna. Ci sono limiti, coperture assicurative, tempi. Non possiamo fare eccezioni.”
Lei insiste, come se stessimo discutendo di un favore tra amici:
“Ma scusi, in nemmeno tre quarti d’ora è a Lecco. Tutti questi problemi per niente! Vada a fare un giro al lago, si rilassa pure.”
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