Siamo a fine luglio. Quella fase dell’anno in cui tenti di capire se riuscirai a prenderti due giorni di ferie o se ti ritroverai a ricaricare distributori automatici alle 6 del mattino il 15 agosto in un capannone vuoto, con le zanzare come unici testimoni.
Allora, per non buttare benzina e tempo, cominciamo a chiedere ai clienti:
“Scusi, ad agosto chiudete?”
Domanda semplice, pacata, niente di invadente. Ci serve per organizzarci, lo diciamo anche. Niente piani segreti della CIA.
Entro in una ditta di pelletteria — di quelle in zona industriale, tutto cemento e odore di colla.
Trovo il responsabile, che mi guarda mentre sto pulendo il vano delle bottigliette.
Gli chiedo con il solito tono cortese:
“Ad agosto chiudete?”
E lì parte il teatro.
Mi guarda come se gli avessi chiesto il PIN del bancomat:
“Scusi ma… cosa interessa a lei?!”
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