Mi è successa qualche anno fa in pizzeria. Sabato sera, un gruppo di arzilli vecchietti si presenta senza prenotazione: iniziamo bene la serata!
Chiedo loro di aspettare giusto il tempo di unire dei tavoli e loro, bofonchiando, si siedono.
Ordinano da bere, patatine, fritti vari e le pizze. Arrivano le patatine e i fritti e si lamentano di aver aspettato troppo.
Iniziano ad ingozzarsi e mi sento chiamare: “Scusa, sono poco cotte, falle cuocere ancora!”
Io, che lavoravo in cucina e il sabato davo anche una mano in sala, rispondo che le avevo cotte personalmente e avevo testato il condimento e la cottura, ma le avrei comunque riportate dentro. Le ributtiamo nell’olio bollente e le serviamo di nuovo: “Solo queste?” “Signori, sono le vostre, le abbiamo fatte solo cuocere di più come richiesto”
Storcono il naso e finiscono i fritti (alleluja!). Dopo un po’ arrivano le pizze e, a seguito della lamentela d’obbligo riguardo all’attesa, iniziano di nuovo a mangiare.
Dopo qualche minuto ripasso e chiedo se era tutto ok e la risposta è: “No, sono orribili, immangiabili!”
Riferisco al pizzaiolo nonché capo e mi dice di togliergli la pizza da davanti e presentagli il conto. Vado a togliere le pizze ormai divorate a metà o tre quarti dicendo che non erano costretti a mangiarle se non erano di loro gusto. Il tempo di riportare i piatti in cucina, stampare lo scontrino ed erano spariti.
Mi affaccio fuori e li vedo andare di buon passo verso le macchine (altro che vecchi!). Gli grido che quello che avevano mangiato dovevano pagarlo, fingono di non sentire e io grido più forte. Fanno marcia indietro e mi sgridano perché “non ci si comporta così”.
Non so come sia finita perché ci ha pensato il capo: io sono tornata in cucina a cucinare altre patatine.