Lavoro al banco macelleria di un supermercato da qualche anno. Ne ho viste tante, davvero. Ma ci sono certe mattine in cui la realtà riesce ancora a sorprenderti. E questa è una di quelle.
Arriva al banco quella che a prima vista sembra la classica dolce nonnina: cappottino beige anche se fuori ci sono 28 gradi, borsetta piccola appesa al braccio, occhiali abbassati sul naso e un’aria da “figlia, dammi una mano con l’app spesa”. Accanto a lei, la nuora, giovane e già visibilmente provata da quell’accompagnamento.
Mi avvicino col sorriso:
– Buongiorno signora! Mi dica pure, cosa posso darle?
Lei si sporge verso il vetro, lo tocca con l’indice come se potesse scavare e prendere la carne da sola, e dice con voce sicura:
– Mi dia della carne di vitello.
Perfetto. Fin qui tutto nella norma. Solo che al banco abbiamo vari tagli: spezzatino, fettine, scaloppine, arrosto, macinato… e a seconda di come intende cucinarla, cambia il pezzo che è meglio consigliare. Quindi, come sempre, chiedo:
– Certo signora, ma come la vuole cucinare? Così le do il taglio più adatto.
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