Sorrido timidamente, cercando con lo sguardo di trasmettere un “non voglio litigare, però capisci che non posso rischiare di far crollare tutto per un principio”. Niente. Lei incenerisce pure il mio sguardo. Mi rassegno.
Ok. Vuole il cioccolato sotto? Le darò il cioccolato sotto.
Inizio a lavorarlo più morbido del solito, cerco di scavarlo bene, lo modello come pongo sperando che non spacchi il cono in due. Dopo una faticaccia, riesco a posizionarlo. Ce l’ho fatta.
Passo al gusto fragola. Un attimo di concentrazione e lo prendo.
Alzo gli occhi e la scena davanti a me sembra uscita da un reality show dove danno un premio a chi urla di più:
“TI HO DETTO IL PISTACCHIO ALLA SINISTRA E LA FRAGOLA A DESTRA!! PUÒ ESSERE CHE NON SAPETE ACCONTENTARMI?! IO NON LO MANGIO IN ALTRI MODI, COME TI PERMETTI?!?”
E lì, amici miei, qualcosa si spezza dentro di me.
Non la cialda.
Proprio la mia pazienza.
La fisso. Gelato in mano, come un microfono in una scena teatrale.
Dieci secondi buoni. Silenzio totale. Lei continua a parlottare a mezza voce, ma io non muovo un muscolo. Solo occhi negli occhi. Come un duello psicologico in un film western.
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