Poi, molto lentamente, come in slow motion, faccio ruotare il cono su sé stesso.
Piano. Lentamente. Tipo rotazione della Terra ma più drammatica.
Un giro completo di 180°.
Ora il pistacchio che era a sinistra è a destra. E la fragola che era a destra è a sinistra.
Sempre fissandola dritta negli occhi, senza cambiare espressione, le chiedo, con la voce più neutra del mondo:
“Intendeva così?”
Silenzio.
Lei mi guarda. Io la guardo.
Si prende il cono, paga, se ne va senza dire una parola.
Nel frattempo, la fila dietro applaude dentro. E io, onestamente, anche.
Perché se non ci fosse l’ironia, qui dentro saremmo già impazziti tutti.
Io comunque continuo ad odiare la gente. Ma con stile.
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