Ristorante da asporto.
Ore 11:45.

Entra lui con protervia lasciando la porta spalancata.
Ha una certa età, nel senso che servirebbe il carbonio-14 per scoprirla e mi guarda ignorando totalmente il mio buongiorno.

“Du.” (Due in dialetto.)
Nel mio cervello si fanno avanti decine di possibilità poi riprendo il controllo di me stesso e chiedo:
“Mi scusi ma due cosa?”
“Du.”
“Due risotti, due paste, due fritti… Due cosa?”
“La tò dona al sa.” (Tua moglie lo sa.)
Mia moglie lavora con me ed è la cuoca perciò intuisco e dico:
“Che nome ha dato?”
“El mè.” (Il mio.)