Storia avvenuta qualche giorno fa.
Entra un cliente, molto scoraggiato, con in mano un pacchetto.
Si avvicina e mi indica il problema: ha comprato il telefono nuovo qualche mese fa ma, di punto in bianco, non si è più acceso.
“Se ha con se lo scontrino o eventuale fattura, glielo mandiamo in garanzia.”
“No ma non serve mandarlo!”
“…”
“Deve sapere che l’ho già mandato in assistenza. Ecco cosa mi hanno risposto.”
Sul foglio autorizzavano il cliente a chiedere eventuale cambio con prodotto nuovo presso il negozio in cui è stato fatto l’acquisto.
Mi sento un po’ confusa, non ricordavo di questo telefono. Però chi lo sa, magari l’avrà gestito qualche collega.
“Mh, ok, mi fa vedere un attimo la ricevuta del pagamento?”
“Ah, mi raccomando signorina, lo rivoglio di questo colore eh, nero!”
“Ora vediamo che colore ho disponibile, diversamente dovrà aspettare. Se gentilmente mi da lo scontrino, così procediamo.”
“Ecco la fattura.”
“…”
“Perché non parla?”
“Può ottenere il reso con un prodotto nuovo, ma non da noi. Questo prodotto è stato venduto presso la catena XY, non qui.”
“Meglio! Quella è una catena, voi no, siete ufficiali, non vale?”
“Eh no, scontrino fatto lì, idem per il reso.”
“Cioè io non posso prenderlo qui e devo stare a spiegare tutta la storia a loro?”
“Mi dispiace, sì…”
“Però non è giusto, uno ha un problema e voi dovreste venire incontro al cliente risolvendolo. Cioè, devo tornare lì e farmi tutta la strada? Che palle!”

Va via, senza salutare.
La catena in questione era nel nostro stesso spazio commerciale, a pochi metri dalla porta d’ingresso…