E lì parte lui, in modalità esperto:

“Chef, complimenti. Davvero. Il pesce? Freschissimo. Ma proprio si sentiva. Io col pesce ci lavoro, eh. Basta uno sguardo, una forchettata. Capisco subito se è stato congelato. E quello spada… mamma mia. Fresco, fresco. A chilometro zero si sente la differenza.”

Lo chef lo guarda, poi mi lancia un’occhiata veloce.

Poi risponde con calma:

“Grazie. È vero, lo spada del lago d’Orta è uno dei più pregiati. Quando è buono, è buono.”

“Eh, si sente, si sente.”

Lei annuisce.
Lui gonfia il petto, convinto di aver mangiato una rarità ittica del posto.

Tornando in cucina, lo chef si gira e fa:

“Vuoi che lo scriva sul menù? Trancio di spada del lago. Edizione limitata.”

Io: “Così ci denunciano per estinzione di specie.”