Stavo sistemando le brioche nella vetrina, ancora calde e profumate. Ad un certo punto, lo noto: una integrale al miele mezza addentata, rimessa lì come niente fosse, in mezzo alle altre. Mi viene l’istinto di arricciare il naso, la prendo con due dita come se scottasse e la butto via senza pensarci.
Il giorno dopo, eccolo. Stesso orario, stesso passo lento da cliente abitudinario.
“Mi dà una integrale al miele… ma non come quella di ieri, eh, perché aveva un cattivo sapore.”
Collego immediatamente i puntini. Dentro di me penso: ah, quindi eri tu il genio che ha assaggiato e rimesso la brioche…
Fuori, invece, mantengo il sorriso da manuale: prendo una brioche nuova, gliela servo, e lo guardo gustarsela come se nulla fosse.
Arriva il momento del conto.
“Quanto le devo?”
“Sette euro e venti.”
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