Mai un momento di noia nel cinema dove lavoro!
Era una proiezione pomeridiana, una di quelle tranquille, con la sala quasi piena ma un pubblico composto e silenzioso. Io, come di consueto, faccio il mio giro di controllo durante il film: cammino in punta di piedi lungo il corridoio, occhi abituati al buio, orecchie tese a captare eventuali disturbi.

Ed eccola lì: una piccola luce, nitida, nel mare di oscurità.
In sala c’era silenzio, ma quella luce brillava come un faro. Lo riconosco all’istante: lo schermo di un cellulare.

Mi avvicino, già pronto a sussurrare la mia frase di rito, e quando arrivo accanto alla signora incriminata dico sottovoce:
— «Mi dispiace, ma le devo chiedere di spegnere il cellulare.»

Lei… niente. Nemmeno un cenno. Troppo concentrata sullo schermo.
È l’amica, seduta di fianco, a rispondermi con tono serio:
— «È incinta.»

Io faccio un sorriso veloce.
— «Va bene… congratulazioni! Ma… cosa c’entra con il cellulare durante il film?»

E lì, getto un’occhiata rapida e capisco tutto: la donna sta scrivendo a raffica, dita che volano sulla tastiera, il destinatario è il medico.
Il messaggio? Un resoconto minuto per minuto di quello che le stava succedendo… perché le si erano rotte le acque!