Non so voi, ma io pensavo che il pericolo maggiore alla cassa fosse il classico “ho solo da cambiare due cose veloci”. Invece no.
Mi sbagliavo.
Tra i clienti più singolari mi mancava “il matematico”. Quello che si diverte coi resti, ma solo coi tuoi.
Succede tutto un venerdì pomeriggio, turno tranquillo, niente di speciale. Alla cassa arriva lui, pacato, un sorriso da chi ha appena risolto un sudoku killer. Totale: 60,50€. Mi dà 100€.
Gli dico:
“Se ha 50 centesimi, le do 40 euro tondi.”
Pensavo di fare una cosa utile, rapida, precisa.
Invece mi guarda e ride.
“Ma dai, arrotondi, su.”
Io sorrido. “Eh magari, ma se lo facessi con tutti, ogni giorno finisco a pagare io.”
Lui però insiste, con quella luce negli occhi di chi crede d’aver scoperto l’inganno del secolo:
“Eh, così invece diventi ricco.”
Cerco di spiegarglielo:
“No guardi, io non divento ricco e lei non diventa povero. Le devo 39,50€. Se lei mi dà 50 centesimi, io le do 40 euro. Pari, preciso.”
Lui scuote la testa, si piega verso il bancone, come se stesse parlando con un bambino testardo.
“Ma no, perché se tu arrotondi, io non ti devo nulla. Ci sei?”
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