Mi fermo. La guardo.
Cerco le parole.
Le trovo.
— *Guardi, è semplicemente un body azzurro con degli arcobaleni. Non ha un significato preciso. È solo una fantasia dolce, colorata…*
— *Eh ma io voglio roba da maschio. Tipo… macchinine, dinosauri, ruspe, quelle cose lì. Questi sono… ambigui!*

**Ambigui**, ha detto. Di un body taglia 0-3 mesi.

Con il tono più gentile che riesco a recuperare dal profondo dell’anima, le dico che sì, abbiamo anche body con le macchinine, ma non sono in saldo.
Glieli mostro. Li prende, li controlla, li piega, li gira, li ribalta come se contenessero un messaggio segreto. Alla fine ne sceglie quattro, rigorosamente “maschi”.

Prima di andare, aggiunge:
— *Perché oggi coi bambini bisogna stare attenti, eh! Basta una cosa sbagliata e poi si confondono!*

Mi limito a un sorriso professionale.
Nella testa, invece, vedo questo povero neonato che non sa ancora dire “ciao”, non distingue un cane da una nuvola, ma già deve affrontare l’ansia da performance virile.