Azienda produttrice e distributrice di macchine a controllo numerico.
Squilla il telefono.
“Buongiorno!” dall’altro capo una voce suadente e ben impostata: “Salve, ho un vostro macchinario che ha dei problemi, vorrei richiedere l’assistenza tecnica.”
“Certo, le faccio giusto qualche domanda per riempire il modulo e poi le mando il tecnico autorizzato più vicino, ok?”
“O-ok.” subito dopo la mia affermazione il vocione si affievolisce di colpo, vacillando come una foglia colpita dalla tramontana, sembra quasi leggermente spaventato.
Cerco di non farci caso e continuo: “Perfetto, allora, il nome della sua azienda?”
Una pausa.
“XY srl.”
“Ok, indirizzo?”
Stessa pausa.
“Via Pincopallo 5.”
“Matricola del macchinario in suo possesso?”
Silenzio.
Pensando sia l’ennesima pausa, attendo il cliente, ma la pausa si fa sempre più lunga.
Forse è caduta la linea.
“Ehm, pronto?”
“Sì sì, la sento.”
“Ah, pensavo fosse un problema di linea… Allora, matricola del macchinario?”
Lo stesso silenzio.
Allora lo sta facendo apposta.
Mi faccio coraggio e dico timidamente: “Ehm, scusi, ma mi servirebbe la matricola del macchinario per riempire il modulo da inviare al tecnico, altrimenti l’iter si blocca.”
“No.”
“Mi scusi?”
“Ho detto di no.”
“Ci sono problemi con la matricola? La targhetta è rovinata? Non riesce a leggerla?”
“No no, anzi, la vedo benissimo.”
“Quindi perché non vuole darmi la matricola?”
“Perché, per i miei gusti, mi ha già chiesto troppe cose.”
“Mi perdoni, ma queste informazioni servono al tecnico che verrà a riparare il macchinario; ovviamente dobbiamo sapere il nome dell’azienda e dove vi trovate, anche perché devo contattare un tecnico della vostra zona e la matricola mi occorre per visionare il suo fascicolo cliente, per vedere se il macchinario in questione ha particolari caratteristiche che il tecnico dovrebbe sapere.”
“Voi avete un fascicolo su di me?”
“Ehm, sì, così come abbiamo un fascicolo su ogni cliente.”
“E ci sono le mie informazioni?”
“Beh, quelle inerenti ai rapporti aziendali, certo.”
“E quindi perché dovrei darvi anche questa informazione?”
“Perché serve a riempire il modulo, che poi finirà nello storico del cliente, in modo da vedere eventuali ricambi e richieste relative ai macchinari che ha acquistato.”
“Perché volete saperlo?”
“Sapere cosa?”
“Perché volete sapere anche quali ricambi prendo?”
La situazione si fa surreale.
“Perché se ordina nel tempo molti pezzi dello stesso tipo, potrebbe esserci un problema di fondo alla macchina. E poi anche per monitorare eventuali prezzi e sconti riservati a lei.”
“Voi mi state monitorando.”
“Signore, non monitoriamo lei, ma solo la situazione del macchinario in suo possesso, in modo che possa ricevere la miglior assistenza possibile, cosa che facciamo per ogni cliente.”
“Se volete solo sapere del macchinario, perché mi avete chiesto anche l’indirizzo dell’azienda?”
“Beh, dovremmo sapere anche dove si trova, o perlomeno l’indirizzo dell’azienda che l’ha acquistata, no? Poi ripeto, serve anche per trovarvi un tecnico in zona.”
“Se possibile non vorrei dare il numero di matricola.”
“Ma, signore, perché mai?”
“Perché non voglio essere monitorato, voglio solo che la mia macchina venga riparata.”
“Mi dispiace, ma ho bisogno della matricola per far avanzare la richiesta di assistenza.”
Sospira pesantemente.
Cerca di lambiccarsi il cervello per sapere come fare ad avere macchina riparata e immunità totale dai rettiliani.
“E se le dessi un numero falso, solo per poter riempire il modulo?”
Chiudo gli occhi, cerco di non far caso alla cavalcata delle valchirie che mi sta salendo nel duodeno.
“Senta, io ho bisogno dei SUOI dati veritieri, perché c’è un iter da rispettare e non posso non obbedire alle regole solo perché lo decide lei.”
“Allora no, mi dispiace, ma non acconsento.”
E mette giù.
Dopo una settimana, ci chiama un tecnico esterno, disperato, perché sta cercando di riparare una macchina che non conosce, dopo mille preghiere del cliente che ha provato a ripararla da solo, facendo un mezzo disastro.
Per fortuna lui mi ha dato subito questa maledetta matricola.